The only way to find your voice is to use it.
It’s hardwired, built into you.
Talk about the things you love.
Your voice will follow.
AUSTIN KLEON
Esiste un unico modo per dare vita a ciò che esiste solo nella nostra mente: trasformarlo in qualcosa che sia visibile anche alle persone che abbiamo attorno.
Come si fa? Partendo dall’inizio.
Il mio inizio ha la forma di una casetta nel bosco con il camino acceso, le tendine a scacchi bianchi e rossi alle finestre, una zuppa fumante sulla tavola apparecchiata con cura, pronta per accogliere gli ospiti.
In ogni stanza, in ogni angolo di quella casa ci sono le mie parole che fremono, non aspettano altro che essere ascoltate da quelle persone. Eccole lì, le vedo già lungo il sentiero, stanno per arrivare, e io non vedo l’ora di lasciarle entrare.
Il bello dell’avere una “casa” propria è esattamente questo: lasciare la porta aperta, far accomodare gli amici e le persone capitate lì per caso, condividere le proprie storie, ascoltare i racconti di chi si è preso il tempo per venire a trovarci.
È vero: raccontare di sé, di ciò che si fa, di ciò che si continua a imparare ogni giorno, può essere spaventoso, tanto da farci decidere di restare in silenzio, proprio come è capitato a me. Ma senza una voce la condivisione non esiste. È tutta una questione di zeri e di uno. Prima non esiste nulla. Poi spunta qualcosa, anche solo un germoglio, qualcosa di così piccolo da essere quasi invisibile, ma pur sempre un inizio.
Questo è il mio inizio, il mio uno. Faccio un bel respiro, appoggio la mano tremante sulla maniglia. Apro la porta.
Accomodatevi. Da oggi questa mia piccola casetta è anche vostra.
(Foto: Thomas Le – Unsplash)